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Cefali

Ho letto da qualche parte che in Italia esistono almeno 6 specie di cefali. Da noi, Roma e dintorni, si pesca il panzarotto (mugil chelo), il capoccione (mugil cephalus) e i lustrini (mugil auratus e mugil saliens). Anche se la sua casa è il mare, il cefalo in certi periodi e in certe condizioni di marea non disdegna di risalire il Tevere, soprattutto il lustrino e il panzarotto, dove, a seconda delle località, viene insidiato in modi differenti. Sappiamo che i cefali vivono lungo le nostre coste, nei porti e vicino alle scogliere nutrendosi di piccoli organismi animali (crostacei, vermi, avannotti di pesci) e di vegetali (alghe).Il loro modo di abboccare è caratteristico: in maniera delicata , a piccoli bocconi finiscono per consumare tutta l’esca, quindi la scelta del tempo di ferratura è quanto mai difficile. Inoltre sono molto sospettosi e rifutano esche presentate su finali medi, io adopero monofili dallo 0.10 allo 0.16. Sul Tevere, presso l' Isola Sacra, Ostia antica, invece è di rigore il portante dello 0.40 e finali, 3 a bandiera, dello 0.30, ami n° 1 innescati con una tremolina intera o con arenicola intera. Piombo di 150 gr., per contrastare la forte corrente del fiume, canna fissa da 8 mt, cimino rigido. Sempre sul Tevere, a Roma, prima dell'Isola Tiberina, dalle parti di Ponte Rupto, mesi di maggio - giugno, con lo 0.12, mini galleggiante nero, amo del 17 lungo, tremolina a pezzetti, ( guadino indispensabile ), con canna da 5.50 mt. ho fatto lustrini di pezzature ragguardevoli. A Nettuno, lato dx del porto, scogli naturali e sabbia, con gli stessi componenti, ma con filetto di sarda al posto della tremolina, nei mesi invernali, con mare livellato e calma di vento, ci si diverte con i capoccioni. Le esche meriterebbero un sito a parte: E' veramente notevole come la fantasia di noi cefalari si sbizzarrisca nelle preparazioni più varie, dalla pasta di pane e formaggio, di pane a pasta di sarda, ... c'è chi aggiunge all'impasto il prezzemolo, chi l'aglio, chi la vaniglia, chi il tuorlo di uovo sodo, chi adopera la sciacquatura dei piatti per ammorbidire il pancarrè. Tutto ciò la dice lunga sul fascino che questo animale esercita sui pescatori dilettanti. Io adopero filetti di sarda, pane duro, fiocco di pane, tremolina di fango e la parte bianca delle cozze, ( a seconda di dove pesco ), mai i bigattini, (larva di mosca carnaria), a mio parere 'sti vermetti schifosi stanno uccidendo la vera pesca al cefalo. Ragazzi, ho visto pasturare scaricando a mare kili di bigattini per pescare cefaletti sotto misura e spigolette lunghe mezzo palmo ... Noi pescatori dilettanti sappiamo che la pastura riveste un ruolo importantissimo ai fini della pesantezza del cestino, ma, santa pazienza, perchè usare quella roba?. Io la preparo con pane avanzato messo a mollo, strizzato e passato. Insaporisco con sarda macinata o formaggio e resti di cucina tritati e passati. Aggiungo alcune manciate di sale grosso e farina di mais. Sul luogo di pesca appesantisco il tutto con il 50% di sabbia. Per facilitare il lancio, e per aumentare la gittata, uso una fionda artigianale. Termino cercando di illustrare una tecnica di pesca adatta ai luoghi che io preferisco e che frequentavo già da ragazzino in cerca di polpi e scorfani che cercavo di infilzare sparacchiando con una pistola da tana un'asticella arruginita armata di arpione a 5 punte regalatomi da un sub ... Parlo del tratto di costa che va da Santa Severa, a Ladispoli, a Santa Marinella fino a Civitavecchia. Tralasciando le spiagge, affollate nella buona stagione e quindi non praticabili, restano le parti più interessanti, che si estendono lungo la scogliera, per la maggior parte sommersa, la cui larghezza varia dai 20 ai 200/300 metri. Si tratta di scogli naturali che emergono per pochi cm con la bassa marea, alternati a buche di qualche metro dove prospera la posidonia e altre alghe. Vi è una buona presenza di salpe, sparaglioni, occhiatelle e polpi, ma soprattutto di cefali. Il mare è limpidissimo. In questo contesto uso un sistema, visto ad Agropoli (SA), che da noi è praticamente sconosciuto: il doppio galleggiante, tutto a galla. Canna da surf di circa 6 metri, mulinello robusto a recupero rapido (a volte si beccano bei saragotti che picchiano come assassini e piccoli polpi da salpare velocemente...), lenza madre dello 0.50, galleggiante portante da 60 - 80 gr. a scorrere, perlina, finale dello 0.20, galleggiante a sfera nero 1 - 2 gr., sotto un mazzetto di 5 ami 15 - 17 che sporge per una 10ina di cm. innescati ognuno con un pezzetto di rosetta fresca.
Lancio il più lontano possibile e recupero fino 30 - 40 metri. Poggio la canna e inizio a pasturare con la fionda. Se il cielo è sereno, il mare calmo e san culetto martire ne assiste ... intorno alle esche si vede l'attività frenetica dei cefalotti e, se tutto va come deve andare, un salto o un'affondata energica segnala che qualcosa di buono si è allamato. Io ferro e recupero in fretta, il filo lento spesso mi ha fatto perdere dei bei pezzi. Non ho ancora capito perchè, o come, questo sistema funzioni. Posso ipotizzare che il casotto che fanno i cefaletti durante la mangianza attirino la curiosità e l'appetito dei grossi che perdendo la loro proverbiale prudenza si gettano addosso all'esca temendo che gli venga scippata dai piccoli ... mah ... fatto sta che funziona !!! ferme restando le variabili di cui sopra: mare limpido, scogli naturali, presenza di vaste praterie di posidonia e ... un po' di fattore K che non guasta mai.